C’era molta attesa per conoscere il tono delle conversazioni a Palazzo Begni fra i due segretari di Stato in carica allora e i vertici di Cassa di Risparmio, e la partecipazione e il coinvolgimento dell’opinione pubblica lo ha confermato. Tre forze di opposizione, Psd, Sinistra Unita e DdC, hanno voluto rendere note le registrazioni, già consegnate alla magistratura sia forlivese che sammarinese. Nel colloquio si parla dell’affare Cassa di Risparmio-Sopaf, della cessione delle quote in Delta da parte della società milanese che fa capo ai fratelli Magnoni. Un’operazione caldeggiata, dagli esponenti del governo, anche per rimuovere quello che viene considerato un ulteriore ostacolo in una fase delicata e difficile dei rapporti con l’Italia. Felici, Foschi e Lonferini hanno puntato il dito su quelle che ritengono pesanti intromissioni in una trattativa privata e messo in risalto il “sovrapprezzo” che viene indicato come elemento determinante per chiudere la trattativa. In tribunale hanno già depositato due esposti, uno per mano di Sinistra Unita, l’altro firmato da Felici, Lonfernini e il segretario del Psrs, Celli. Chiedono che sia la magistratura a fare luce su eventuali responsabilità penali ma addebitano forti responsabilità politiche a chi, nel ruolo istituzionale, si è spinto a fare da mediatore favorendo un affare milionario, sollecitando il pagamento di una somma ingente in aggiunta al valore di mercato, nonostante – dicono – le chiare recriminazioni di Fantini che metteva in evidenza i rischi di illegalità dell’operazione. Chi ha commesso queste gravi ingerenze – hanno concluso – deve risponderne alla cittadinanza e dimettersi dagli incarichi istituzionali”.
Sergio Barducci
Sergio Barducci
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