“In questa fase si deve fare una scelta di chiarezza che supera la necessità di avere ampi numeri in Parlamento.” Con queste parole il presidente del Consiglio Berlusconi avrebbe motivato la fiducia sul dibattito di domani. Una mossa che mette a rischio l’Esecutivo, visto che per ottenere la maggioranza assoluta occorreranno almeno 316 voti. In giornata alcune pedine all’interno dello scacchiere politico si sono già mosse in favore del Governo. Sette deputati di area centrista, cinque dell’UDC e due di Alleanza per l’Italia, hanno abbandonato i rispettivi partiti entrando nel gruppo misto. E a chi li accusa di essersi venduti al miglior offerente hanno dichiarato di non aver ricevuto nulla in cambio. Il loro sostegno potrebbe non bastare. Per questo sarebbe fondamentale il voto di Futuro e Libertà. Il gruppo, riunito oggi con Fini, ha deciso che valuterà le dichiarazioni programmatiche del Premier prima di appoggiare il Governo. L’opposizione ha accolto con favore la scelta di porre la fiducia. “E’ un gesto di trasparenza” – ha detto Casini, e anche l’Idv attende con ansia questa verifica per mettere a nudo la compravendita di parlamentari. Secondo il vicesegretario del Pd Enrico Letta, rappresenta un tentativo disperato di Berlusconi di tenere i voti di Futuro e Libertà. Ad ogni modo lo stato maggiore del Pdl resta convinto di poter superare la quota minima di 316 a prescindere dai finiani.
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