Silenzio di tomba in merito alla riforma tributaria e agli eventuali accordi tra governo e sindacati. A nome dei cittadini che hanno manifestato il 26 Settembre in Piazza della Libertà, chiedendo non solo il ritiro di una riforma tributaria iniqua ma che venga rispettata la 'Dichiarazione dei diritti dei cittadini e dei principi fondamentali' sancita nel 1974, pretendiamo risposte. Ci si rende sempre più conto di quanto sia diventato impossibile far sentire la voce dei cittadini negli organi che dovrebbero rappresentarli. Chi comanda vince, chi vince comanda. In uno Stato di democrazia apparente è diventato difficile spogliarsi del ruolo che si ricopre per vari interessi da rappresentare, probabilmente incrociati.
Da una parte un Governo che, nonostante la sua maggioranza relativa si ispiri al "bene comune", non sembra perseguire esattamente questa visione, dall'altra parte del tavolo una rappresentanza sindacale che, continuando a litigare tra le varie sigle, cerca di strappare un accordo senza forzare troppo la mano perchè il "ruolo" non glielo permette.
Nello status quo sammarinese vale il principio del "non è compito mio" ed è a questo punto che il popolo deve riprendersi la responsabilità del proprio ruolo, andando oltre i "conti della serva", liberandoci dalle catene mentali che ci impediscono di cambiare, per riconquistare la dignità di persona libera e del potere di cittadino. Alle persone che ancora non riescono a vestire i panni del cittadino che vede, sente, parla e partecipa diciamo di stare tranquilli, non siamo noi ad essere in pericolo, sono in pericolo solamente le convinzioni che vi hanno fatto credere di non poter cambiare.
Da una parte un Governo che, nonostante la sua maggioranza relativa si ispiri al "bene comune", non sembra perseguire esattamente questa visione, dall'altra parte del tavolo una rappresentanza sindacale che, continuando a litigare tra le varie sigle, cerca di strappare un accordo senza forzare troppo la mano perchè il "ruolo" non glielo permette.
Nello status quo sammarinese vale il principio del "non è compito mio" ed è a questo punto che il popolo deve riprendersi la responsabilità del proprio ruolo, andando oltre i "conti della serva", liberandoci dalle catene mentali che ci impediscono di cambiare, per riconquistare la dignità di persona libera e del potere di cittadino. Alle persone che ancora non riescono a vestire i panni del cittadino che vede, sente, parla e partecipa diciamo di stare tranquilli, non siamo noi ad essere in pericolo, sono in pericolo solamente le convinzioni che vi hanno fatto credere di non poter cambiare.
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