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Modifiche alla legge sull'Informazione: passa la procedura d'urgenza

Sds Lonfernini: entro due anni nuovo testo di legge. Zonzini (Rete): più trasparenza su bilanci e finanziamenti delle testate. Ciacci (Libera) e Renzi (RF): nel testo originario forte ingerenza del Governo sulla stampa

di Luca Salvatori
24 mar 2021

Ottenuta la maggioranza necessaria per la procedura di urgenza – che prevede l'approvazione in un'unica lettura anziché due – l'aula si appresta ad esaminare le modifiche alla legge sull'informazione del 2014. Il Segretario di Stato Teodoro Lonfernini ha precisato che si tratta di un primo intervento in vista di un provvedimento più ampio che verrà ultimato entro due anni. Forti critiche da parte delle opposizioni, secondo le quali, non si giustifica la procedura d'urgenza. Sia il Segretario di Libera, Matteo Ciacci, che il capogruppo di RF Nicola Renzi hanno fatto notare che il testo originario prevedeva una inaccettabile ingerenza della Segreteria di Stato sulla stampa ed è stata la stessa maggioranza a cambiare radicalmente quella parte, così come altri aspetti, con una serie di emendamenti.




Il Segretario Lonfernini e successivamente alcuni consiglieri di maggioranza, come Zonzini di Rete, hanno respinto le accuse di “legge liberticida” ed anzi hanno evidenziato che il provvedimento favorisce la trasparenza obbligando le testate giornalistiche a rendere pubblici bilanci e finanziamenti. L'esame dell'articolato è atteso nella seduta pomeridiana che si concluderà con l'ormai tradizionale messaggio di commiato della Reggenza uscente. In mattinata l'aula ha completato l'esame del decreto ristori che è stato ratificato apportando alcune modifiche al testo originario. Attraverso emendamenti del Governo è stato stabilito che le domande di accesso ai benefici dovranno essere presentate dagli operatori economici entro il 30 aprile alla Segreteria Finanze. Estesa al 2021 la sospensione della quota capitale delle rate per i mutui accesi da imprese e famiglie in crisi di liquidità, per effetto della pandemia. Chi riceve un ristoro sulla base di dichiarazioni non veritiere dovrà restituire la somma, maggiorata di una sanzione pecuniaria del 10% e rischia anche conseguenze penali. I controlli saranno a cura dell'Ufficio Tributario.





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